Vado dall’oculista, non vedo più bene, l’occhio destro e il sinistro hanno preso due strade diverse.
Io devo leggere, non vorrei che un giorno, presto, si trovassero a leggermi due pagine diverse..
Mi fanno un’ eco, un ditale pieno d’acqua che annega la vista ma non fa male, si vede un tipo di rosso velluto come credo, in Lds, e mi dicono che devono operare.
Già che ci siamo, mi dicono, possiamo inserire due lenti, due occhiali interni in multivisione focale
che così non ne parliamo più, del vicino del lontano e di quello che sta in mezzo. E quelli esterni con tutte le loro montature, li posso buttare forever. O trasformarli in un mucchio di occhiali da sole di vetro.
La donnabionica è all’orizzonte.! Domani! dico, lo facciamo domani. Domani no,
esami invece, sangue e derivati, lunedì prossimo ok.
Oggi è domani. C’è stata la notte, io non mi sono accorta che gli occhi erano tutti dolenti.
L’inconscio sì, e nel sonno mi ha fatto avere un sogno profondo, interiore, e mi ha fatto vedere
cose dimenticate, mai riassunte, con un paio di occhi interni che non usavo, si vede, da un pezzo.
Ho sognato gli uomini della mia vita. Due mariti e un amante. Tutto qua, mi sono detta, tre?!
Quelli che hanno contato, sì, tre.
Stanotte li ho guardati bene in faccia, sono stata qualche ora (ora?) con ognuno di loro, consapevole
di farlo, era la volta buona per capire come avevo vissuto con tre anime per bene che mi sono passate vicino nella vita.
Un’anima, è ancora qui con me e ne sono innamorata tanto che non mi riesce dirlo ma lo so io e lo sa lui.
Questo arrivo è la partenza per guardare indietro.
Le altre due..mi ha fatto bene incontrarle. Stavamo tutti e quattro su un’isola grande, uno ci abitava
e stava leggendo nel suo studio al pianterreno, gli volevo parlare ma vedendolo così preso non
l’ho disturbato, più tardi, mi sono detta.
L’altro era così serio, così gentile. Mi ha portato un disegno che gli avevo chiesto di ingrandire
e rifilare, e lui è venuto con questo grande rotolo e me lo ha steso davanti, perfetto, meglio di
quanto avessi potuto sperare. Mi è salito da dentro un moto d’affetto impossibile da trattenere, e sono andata a cercarlo – i sogni sono così, tu sei lì con qualcuno e nello stesso tempo lui è già da un’altra parte. Ma anche la vita è così, però – per ringraziarlo bene.
Perché mi ero resa conto che lui non sapeva di essere su un’isola, e ne conosceva solo metà.
Ma la metà più bella era l’altra, quella rotonda dove scendeva a mare , una collina di erba
e di sassi grandi e tondi e poi, si girava dietro si guardava giù in una baia con l’acqua bassa.
Dall’acqua affioravano pietre a conca, colorate di celeste, di arancio. Piene d’acqua trasparente,
si poteva scegliere quale portarsi via con la barchetta.
L’ho invitato al ristorante, ma lui era in ritardo e si è perso il tramonto. Gli ho detto, è tardi ormai,
vedi, ha cominciato a piovere.. E mentre lo dicevo, è venuto giù un acquazzone forte e a suo modo allegro.
Il ristorante si chiamava Un Petit Restaurant, era di vetro, i proprietari erano leggermente fuori testa.
Dissolvenza. Fine del sogno. Prima di aprire gli occhi, ho visto chiaramente che gli uomini della mia vita sono quattro, lo sapevo che tre erano pochi, uno è quello che non c’è mai, mio padre, e che ho cercato sempre anche mentre era vivo.
L’ultimo invece è più giovane di me. E non è vero che un anno di differenza è poco, è vero invece che è nato dopo che il mio papà mi ha preso in braccio per la prima volta, e questo fa una grande differenza.
E poi anche, un uomo meno un anno più una donna..come lo fai questo conto?
Gli occhi veri al sole mi fanno male, oggi sto al buio. Il computer dovrebbe avere una lucina sulla tastiera,
cacchio.
Meglio, credo, vedere un altro oculista prima di farsi operare. Voglio provare altri misteriosi drogati colliri..
4:25:14 PM
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