Kobi vuole mangiare un pollo, uno vero, e non è di buon umore: colpa mia,
ho fatto un bel letto profumato con le lenzuola della nonna, sembran nuove,
di lino tutte ricamate col punto quadro, anche le federe, angiolini con ghirlande
di fiori e pois in rilievo, bianco su bianco.
Si è svegliato che gli si leggeva tutto in faccia, il ricamo dico, i pois poi si contavano,
infossati nella guancia sinistra, sonno di piombo da stanchezza fisica, mai girato stanotte.
Un Pollo. Mi informo e in tre sono concordi a darmi il parere. Hai visto dopo il paese,
giu’per la provinciale, quella casa coi gerani alla curva sopra la curva di fianco alla curva.
Che curva ? la collina è curva! Sta dopo la quercia ma no quella fulminata, l’altra.
Che fatica seguire le indicazioni locali, è preciso come a Tokyo, nessun nome di via
nessun numero per le case: casino uguale. I gerani mi salvano, li guardo sempre
quando passiamo.
Sono già lì. Buonasera ( dopo la una è sera) vorrei un bel pollo.
Piove e lui tiene anche me sotto l’ombrellone verde.
Mi dice, No. Perché? E’ presto, mi dice. Ah. Quando posso tornare?
A luglio, dice, ora sono troppo piccoli.
Emozionata. Come sempre quando mi trovo senza appiglio alcuno alla realtà conosciuta.
Allora si fa così, dico, adesso vado al mare e a luglio quando torno vengo, me lo metta via.
Si ricordi, la prego. Devo dare un anticipo?
4:47:34 AM
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