E’ una passione. La sento suonare nelle persone nelle cose nelle ore. Quando incontro
qualcuno mi comincia subito una confusione interiore, un frullato di possibilità
mi apro come una porta per fare entrare, o mi spingo io subito dentro come in una galleria
da vedere oppure mi metto a galleggiare da un’altra parte, sono lì? no sono uscita.
E’ che la vedo, l’anima. Negli animali la cerco attentamente. Loro sentono benissimo
questo mentre avviene, ho molti amici tra i cani perché poi ti restano fedeli, come ti avessero dato
le chiavi di casa, il loro codice.
I ragazzi non li conosco, non ho avuto figli, faccio sempre un passo indietro per lasciare libero il loro spazio,
un cerchio intatto ai loro piedi e aspetto con fiducia. I bambini, piu’ sono piccoli
e piu’ è facile e piu’ mi gratificano.
Se nessuno sente una vibrazione e fa muro mi offendo. Se sì, sono felice e mi sfinisco per la gioia.
Quando avevo il mio spazio, a milano, dove vivevo e lavoravo, protetta da quello che offrivo, trasparente nelle cose e nelle intenzioni,
erano gli altri che entravano, e difficilmente era un caso
se rimanevano.
Adesso sono nel vuoto, esposta e senza strumenti, sono fragile e ricevo di piu’, anzi tutto.
Non è facile.
Il mondo qui è bello, e commovente. Ho un sorriso sulla faccia quasi sempre, l’aria è pulita
ci sono le piante una lepre le rane i fiori. E’ così diverso dalla città che non sembra vero,
come se uno potesse tirare giu’ un telone e dire, ragazzi lo spettacolo è finito, prendiamo
la metro e andiamo a casa.
Ieri ho conosciuto una famiglia americana, vivono appena prima della cima del monte di Cortona,
intorno hanno questo orlo di alberi e sotto sembra ci sia la Terra, tutta, e rotonda.
Appena sotto di loro c’è l’eremo di san Francesco, le Celle del convento, i frati e il loro orto.
La amica americana che ha trovato qui in Umbria la “casa per morire” ha chiamato, sono suoi cugini di Little Rock,
possiamo farvi visita? Siamo in quattro.
Venite, hanno risposto, siamo diciassette.
Gentili, aperti, tanti figli e fratelli e mariti e ragazzi. Pochi soldi ma i soldi qui davvero
non hanno un gran senso. Avevano un buco enorme davanti casa, lo guardavano perplessi.
Una voragine, ha detto il vicino italiano, ma si puo’ riparare.
Tutti professori di storia, i grandi. Perfezionati a Roma, la loro prof italiana li ha costretti a comperarle la casa.
Lei ha 85 anni e non puo’ piu’ arrampicarsi lassu’. Mi darete quello
che ritenete giusto.
Un dovere per loro dire sì. Passano qui il mese di luglio.
La amica americana ha chiesto ai ragazzi, cosa fate qui di solito? Pallone, scacchi musica..
Possiamo sentire un concertino?
Sì, hanno detto facilmente e ognuno ha preso uno strumento. E ci hanno suonato certe vecchie canzoni irlandesi.
Mi sono commossa. Li ho ringraziati di amare tanto questa nostra Italia e di esserci.
Ci sono momenti in cui è un gran vantaggio essere pronti a ricevere.
Puo’ succedere che arrivino dei regali così belli che neanche si poteva sospettare di desiderare.
12:49:56 AM
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