Marina Wiesendanger's Radio Weblog



Marina Wiesendanger's Radio Weblog

lunedì 22 maggio 2006


 

Per errore stasera ho riprovato una vecchia emozione, quella di entrare al cinema

a un orario qualsiasi. Sono tornata indietro di ventanni. Allora si diceva, andiamo al cinema? E basta.Biglietto, film iniziato chissà quando,

sigaretta e si era dentro una storia che era tutta irreale,

perché non si capiva niente per almeno un quarto d’ora.

Ma poi…Code d’attesa, orario giusto dentro tutti insieme, pubblicità, film tutto in fila. E poi piu’ tardi.. fumo vietato.

Ma stasera ancora una volta come allora. C’è gente che non era nata e al cinema è andata sempre

all’ora perfetta. Invece io ho sbagliato, non era alle nove ma alle otto. E che film scegliersi

per sbagliare? Un Almodovar che da Cannes è qui vicino, vicino al casello dell’autostrada per  Roma o Firenze, dipende.

Uno che ti racconta che per le donne le leggi non esistono, sono cose maschili,

e se tuo marito ti violenta la figlia, sua o non sua, tu che fai? Tu lo ammazzi,naturalmente.

Piu’ giusto di così! E poi, come i tanti stupri silenziosi, che rimangono nascosti per sempre,

anche la tua ammazzatina non viene mai scoperta. Solo condivisa tra donne, che parlano tanto

tra loro, ma quella cosa lì se la dimenticano tutte per risvegliarsi solo quando c’è da dare una mano alla prossima vittima a cui toccherà la stessa storia.

 

Sbagliando si impara a ricordare i tempi che fu.Volver.  E’ stato bellissimo guardare e sentire per un po’

tutto quel mondo di sentimenti prima di trovare un bandolo per  capire in fila i fotogrammi di questo dolcissimo film.

 


1:45:44 AM    comment []

lunedì 15 maggio 2006


 

 

Questa è una storia che temo di non sapere raccontare, tanto è diversa.

Va così: lui è un ragazzo spagnolo ma anche olandese,  con l’amore per i cavalli, 

che ha il suo cane disastrato,

in fin di vita, e lui fa un fioretto,

se il cane sopravvive andrà ad Assisi, da Madrid dove abita. A piedi. Il cane ce la fa

e partono, con un asino. Passa un momento dai Pirenei, dove c’è la sua ragazza, Dominique,

per dirle dove va e che ritornerà. Un momento, dice lei, prendo la zaino e chiudo casa,

sono pronta alé.

 

Ieri Dominique mi ha raccontato –ero immobile davanti a una loro foto del viaggio ,quell’asino così

carino, carico delle loro poche cose,  due cani, loro due ragazzi- che viaggiare con un asino rende tutto il viaggio molto piu’ facile, la gente si fa tranquilla e molto ospitale appena lo vede.

Arrivati ad Assisi, pensano di essere in un posto giusto per loro, questa Umbria.

Lui frequenta l’università di Perugia, medicina e chirurgia veterinaria, 110 e lode, e oggi è forse il piu’ quotato medico, non so se in Europa o addirittura nel mondo, forse sì perché va spesso dappertutto anche in America ad aggiustare i cavalli da corsa quando si fanno male.

 

Il suo lavoro è completo come il camion su cui si muove. Immaginalo, questo camion, diviso nel senso della lunghezza, si apre il fianco e da una parte gli attrezzi da maniscalco, forno compreso per saldare,

dall’altro fianco un ospedale per tutti i casi, operazioni comprese, che è invitato ad incontrare.

Perché, quando un cavallo si azzoppa, i ferri che indossava non gli vanno piu’ bene, e bisogna

rifarli su misura e con lo scopo di aiutarlo a camminare e guarire.

Per capire meglio si può visitare il suo sito, su google, Hans Casteljins, viene giu’ tutta una pagina,

anche sotto la voce “mascalcia”.

Hanno un campo di lavoro vicino a Camucia, con le stalle e i recinti, dove Dominique si occupa di allenare il cavallo convalescente fino a portarlo a guarigione. Mesi, un anno.

 

Quanti anni sono passati? Venti? Trenta? Non lo so e non si capisce.

Ma per capire tutto devo parlare della loro casa.

Arrivati, cercavano lavoro per vivere, appena deciso che era lì  che si sarebbero fermati. Imparano la lingua, ne parlano già cinque o sei, e trovano un vecchio pastore che gli propone di badare al suo gregge di pecore.

Va bene, dicono. Il pastore gli affitta un campo, che è la fine del mondo nel senso della parola.

In un piccolo altipiano tra le valli di Cortona, verde di prati e boschi, aperto in tondo al sole,

c’è questo  piccolo campo, un ruscello gli cade di fianco e forma appena piu’ in basso due piscine naturali, da cascata. Faranno lì la loro casa. Il primo inverno dormono in tenda appoggiati all’asino, e di giorno tagliano segano inchiodano le traverse di legno delle ferrovie e fanno una stanza quadrata,

con il tetto. E la fanno con una poesia che è quella che mi fa raccontare male questa storia,

perché mi sono incantata e la commozione non accenna a passarmi .

Nella stanza c’è tutto, tutto quello che serve. Niente, neppure una cosa che non sia utile.E’ piena di bellezza, la porta la ringhiera che circonda la stufa in mezzo, e tutto è fatto man mano da loro due.

Un piccolo portico con un glicine, tavolo sedie. La ingrandiranno, e io la trovo già così, un’altra stanza, due computer, libreria scorrevole,  due metri con tenda per armadio, una scaletta e lassu’

il letto. C’è anche la cantina.

Fuori c’è un enorme, ma enorme mastello per l’acqua, una piscina rotonda piena. E una grazia di piante e fiori, e poi ieri era primavera per il pesco e non ancora per il fico..

Ci sono i cani, quattro, e un po’ piu’ in là il recinto dei cavalli. Temo di diventare lirica, dirò solo

che lui  ha tre anni è alto arabo bello, un culo d’oro che gli scintilla al sole, e molto socievole. Innamorato perso della cavalla che ancora non vedo, dietro a un recinto con banda elettrica. Neppure mangia tutto uno zuccherino, lo molla a metà per andare a nitrirle il suo amore. E poi lei appare, ha ventanni,

ma li ha veramente come una ragazza. Bianca, silenziosa, bellissima. Si chiama Luna e lui le piace

molto.Dominique mi dice che ha ormai deciso di lasciarli insieme, forse faranno un puledro se lei ce la fa, e poi vivranno tutti e tre , o due, senza separarli piu’. L’amica che mi ha portato qui chiede se lui potrebbe montare la sua. No, è la risposta,  ha un amore e farà famiglia con Luna per sempre.

 

Potrei ancora parlare della casa degli ospiti, piccola,  di legno, una panchina fuori, una pianta, dentro due letti, biblioteca ( qui come nella casa i libri sono su tutte le pareti ) una scarpiera e un tavolino,

bei quadri, foto.

Fuori, un’altra casina ma minima, il cesso, e davanti una grande banxia ricadente a ombrello, con ringhiera.

 

Mi chiedo se tutti noi abbiamo sbagliato tutto, ma lo penso con il cuore allargato, tranquillo.

Felice di essere testimone. Due vite così, un solo estremo intendimento. Un amore un progetto così comune

per due, e così descritto nell’andare della vita. Che vedo davanti ai miei occhi.

Voglio trovare il coraggio di farmi prestare quella foto di viaggio, per farvela vedere, perché non

l’ho sognata. Si è parlato di pane, il nipote del pastore, che era lì con il suo cane Brioche, e montava una baracca per ..non so perché, di notte fa il fornaio. Ho detto ridendo che mi viene bene il pan brioche e ho visto un lampo negli occhi di Dominique, le piace tanto con burro e marmellata.

Ho promesso di tornare –non vedo l’ora-

e portarglielo. Se verrà bene, le prenderò un attimo quella fotografia che spiega le mie insufficienti

parole.

 

 

E’ arrivata la foto! Con una lettera di Dominique, copio e incollo tutto..

 

 A picture named Buche.www.jpg

 

( mail di Domi)

Piccole modifiche per questo raconto che ho finito di leggere con la vista anebiata  da lacrime.
 Hans è Olandese, cresciuto in Spagna.
Io mi trovo a St. Remy en Provence; lavorando en il restautante di una zia ("Hans aspetta una settimana e andiamo insieme"
Doppo qualche anno con le pecore Hans inizia a ferrare i cavalli e decide di studiare Veterinaria perdiventare veterinario ed  appronfondire la sua conoscenza in podologia equina, per poter intervenire su cavalli problemitici, malati....
é sicuramente uno dei più cuotati Veterinario - Maniscalco.
(Forgia (forno per scaldare) quasi tutti i maniscalchi c'è l'hanno).
Dominique le da una mano nelle medicazioni e recupero dei cavalli ricoverati.
Enorme mastello per l'acqua : è un servatoio.
        A molto presto


 


5:09:47 PM    comment []

sabato 6 maggio 2006


 

Ricevo questa mail, ma Kobi dorme. Mi piace molto l'idea dei  suoi pesci su un sacchetto con dentro i pesci veri. Lui dirà di sì, sono sicura.

A picture named pesci_web.jpg

Egregio sig. Köbi,
mi chiamo ----- e lavoro come grafico stampatore in una
azienda nel chietino (Abruzzo) che stampa prodotti per imballaggio
alimentare.

Navigando sulla rete mi sono imbattuto casualmente nel sito Extremeworld
che pubblica nella sezione arte un Suo disegno: si tratta di un insieme
di pesciolini simpatici ognuno in una situazione diversa e ironica (vedi
immagine allegata).

In concomitanza con la produzione di un particolare contenitore di carta
per prodotti ittici ho pensato che sarebbe davvero divertente se questa
illustrazione ne ricoprisse la superficie, conferirebbe al sacchetto un
aspetto insolito ma certamente anticonvenzionale se penso alla tristezza
delle confezioni analoghe attualmente sul mercato.

Le chiedo se l'idea possa incontrare il Suo favore e, nel caso, se
potesse autorizzarci ad utilizzare il disegno. Le anticipo che non ho un
baget da investire per la grafica essendo un semplice dipendente di una
piccola azienda locale (30 dipendenti), ma potrei proporle di
personalizzare il sacchetto con il Suo nome.

La ringrazio comunque per l'attenzione alla mia proposta e aspetto una
Sua risposta...

Cordialmente.


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12:41:21 AM    comment []



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Last update: 15/09/2006; 16.02.58.