Appesa alla cima dell’anno, leggermente ingrassata..
Capodanno tra poco, per quello che vuol dire.
Al 27 di regola mi incupisco, mi dura fino al 30.
Il 31 sento un senso di liberazione, mi sveglio meglio,
è finita questa attesa e queste chiacchere di veglia.
Mi piace di piu’ la luna che i numeri. 2006 non mi dice niente,
come pure i suoi precedenti, la luna nera che c’è stanotte sì e
non sono fantasie. Tantissimi numeri fa gli uomini vivevano
guardando il cielo, la luna divisa in 4 gli diceva quello che succedeva
ed era il grande orologio per agire in ogni senso.
Lei poi si trascina dietro sempre le stesse stelle,
quelle sono le lancette dei giorni nel quadrante, e così si sapeva come lavorare, mangiare,
si capiva se
si stava peggio, o meglio, quando nascevano i bambini e come cambiavano gli umori.
E il mare.
Ma il mare e le piante e gli animali non dovevano, anzi non devono neppure guardarla,
la Luna.
Vanno naturalmente insieme con lei e con le stelle.
Gli eschimesi hanno piu’ di trenta parole per dire neve. Anch’io le ho per dire giorno e notte.
Non si sa piu’ con che luna di che stagione partano gli uccelli, i cacciatori però sì, e sparano,
ognuno coltiva ancora il suo interesse.
Tutto questo ormai si ritrova brevemente su Astra, il giornale degli oroscopi. E’ finita così
in pappa la grande bella sceneggiata della luna e delle stelle.
Per me, gambero di luglio, è facile e lo so: se sei toro avvicinati che ti accarezzo, vieni avanti
pesciolini , acquario mi ci ficco, gemelli la famiglia e l’aria che respiro non posso farne a meno,
leone tenerezza, capricorno amicizia, sei vergine o scorpione stammi lontano fuori dai coglioni.
Ah ma è l’ultima volta, avevo deciso che non parlerò male quest’anno che viene.
La fine dell’anno mi sembra di stare su, che piu’ su è finito, e si slitta in giu’ nel nuovo e tutto è da rifare.
La slitta è la mezzanotte e i baci lo champagne e questi stupidissimi auguri che secondo me sono poco cauti.
Non è vero, lo so. E ho anch’io le mie formule di impegni nuovi.
Vorrei un anno con dolcezza, tra chiunque, soprattutto con gli amici. Non posso dire quanto la voglio! Piu’ dolcezza, dài amici!
amici grandi, nuovi, amici. Non sopporto piu’ gli scontri e le prevalenze. Sono disposta a essere meno permalosa, giuro.
Anche con la Vergine. Il mio caro gatto è Vergine, e pure castrato.
Un po’ di felicità, anche poca, poi me la gestisco, come il lievito quando si scioglie nella tazza in cucina e cattura
tutte le spore della frutta lì sul tavolo,
che galleggiano nell’aria, invisibili ma vive.
Spezzi una banana, tagli un’arancia e il pane diventa veramente piu’ ricco e piu’ buono.
Oggi farò il pane così. Mi piace portarlo al capo dell’anno. Un’abitudine nuova bellissima.
Porterò, a questa cena immensa di quaranta persone, pane e crema e cioccolato, e un’anitra
di passaggio dal macellaio profumata di cointreau e pistacchi e scorze d’arancio, come mi ha
insegnato un amico molto bravo.
Sono giorni che cucino, candisco trito frullo e sbatto e tiro il cioccolato sul marmo per farlo lucido,
e anche questo è qualcosa che deve venire con me l’anno che viene,
il tempo.
Provato ad averlo per un pezzetto del 2005, non lo vorrei mollare nello zerosei.
Vorrei non ascoltare piu’ le previsioni del tempo, che sono sbagliate fino all’ultimo giorno,
sennò è facile parlare male e la dolcezza va a farsi benedire.
Vorrei stare molto tempo in campagna, dove le previsioni me le faccio in casa, anzi appena fuori. Dove dormo così bene e tanto di mattina se piove, e se piove lo so da sola anche senza orecchie.Dove leggo così bene
di notte, nel silenzio, un gatto sopra il letto e una gattina sotto il letto , proprio sotto di me, su
un tappetino che si è portata lì. Vorrei tanto queste due cose, silenzio e tempo.Silenzio anche interrotto, ma senza rumori.
Tempo per viverla, 'sta vita.
E naturalmente tutte le altre cose che sono talmente in me
che non mi vengono in mente.
Vedremo.
1:05:16 PM
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